Le dipendenze da sostanze, ma quindi anche quelle comportamentali, sarebbero disturbi delle regolazione affettiva, intendendo per regolazione affettiva un processo attivo che coinvolge la dimensione neurofiosiologica, motorio-comportamentale e cognitivo esperenziale legata ad un deficit di simbolizzazione (alessitimia)” (2013). Il legame dipendenziale con il partner sbilancia questi sistemi verso un eccesso di risonanza, una fusione potente ed asfittica. Baiocco R., Giannini A.M., Laghi R. (2005), Scala Alessitimica Romana, Erickson,Trento. Con questo si intende dare risalto al “potere” che il partner “possiede” di sanare le ferite, di saldare le fratture interiori, di risolvere i problemi dell’altro. Questo infatti rappresenta un sistema con qualità “emergenti” non riducibili al singolo membro. “Passando in rassegna i concetti nucleari che sono alla base di alcune definizioni e teorie della co-dipendenza, troviamo linee interpretative diverse ma non per questo necessariamente divergenti. Nel processo di coevoluzione di cervello e pensiero simbolico, l’uomo ha progressivamente guadagnato la capacità di resistere ai correlati diretti – secondo correlazioni altamente programmate e filogeneticamente conservative – dello stimolo, cioè di allentare il nesso tra oggetto cognitivo e suo tono emozionale, aprendo, con ciò, all’esplorazione combinatoria di tutta una serie di correlazioni emozionali alternative. Antologia minima: Seneca, Lettere a Lucilio, I secolo d.C. Riccardi F. (2014) Amore e gioco, impeto senza senno. Le risposte a questa precarietà, provvisorietà dei legami possono essere svariate, ma cosa veramente succede nella mente delle coppie co-dipendenti? Quale psicoterapia per la coppia di oggi, Armando, Roma. Questi processi però possono anche prendere risvolti “iatrogeni” quando due partner si saldano su premesse “folli”, rendendo indistinguibile chi dei due sia portatore della parte malata (Zeitner, 2011). Qundi per la coppia moderna ha assunto un’importante centralità il buon funzionamento dei sistemi di risonanza interpersonali, piuttosto che una rigida complementarietà dei ruoli. Nella medesima direzione si muovono altre osservazioni: i co-dipendenti tendono a trascurare i propri bisogni e desideri e, nella negazione di essi, a mettere da parte, più in generale, se stessi, situazione che è stata anche denominata “malattia del Sé perduto” (Whitfield, 1997). • Il circuito dipendenziale • Le caratteristiche del caregiver • Diagnosi differenziale • Identikit del dipendente affettivo • Gli incastri di coppia • Errori da evitare nel colloquio con il dipendente affettivo Esperienze Pratiche La formazione prevede un approccio teorico/esperienziale, nel quale trovino Vivendo gli spazi della dipendenza, i due partner risolvono un disagio, ma compromettono irreversibilmente il loro funzionamento mentale: l’attaccamento ad un partner da cui dipendere porta irrimediabilmente ad assumere un funzionamento mentale rigidamente operativo, che elude la pensabilità degli eventi e la mentalizzazione delle emozioni. Deve essere capace di narrare storie senza scivolare in pseudo-spiegazioni causa-effetto, connettere le menti, generare quelli che Tronick ha definito Nuovi Stati Diadici della Coscienza (2007), ovvero stati della coscienza che arricchiscono in termini di complessità e coerenza il sistema terapeutico. Questa organizzazione è orientata verso un preciso stile cognitivo-emotivo, ovvero quello di essere capacissimi di cogliere ogni più piccola sfumatura emotiva del partner, ma completamente ciechi sulle proprie emozioni. Quando parliamo del "noi" di queste copie non possiamo prescindere dalla valenza terapeutica del rapporto con il partner. 25-gen-2020 - Nella dipendenza affettiva al partner sarà designato il ruolo di "guaritore", innescando un "circuito dipendenziale amoroso" Non appare azzardato ipotizzare i partner co-dipendenti abbiano sviluppato un singolare assetto alssitimico, ovvero siano capacissimi di cogliere le emozioni dell’altro (più per contagio emotivo che per capacità riflessiva), ma siano completamente ottenebrati sulle proprie, percepite esclusivamente come attivazioni fisiologiche anche sgradevoli, che si completano con uno stile cognitivo teso verso l’agito. Iacoboni M.(2009), “Imitation, empathy and mirror neurons”, Annual Review of Psycology,60:653-670. Nella dipendenza affettiva la âdrogaâ che farà toccare il cielo con un dito sarà il partner, cui spetterà il compito -interminabile- di andare a tappare quel buco nero che rende incompleti e bisognosi dellâAltro. In ambito evoluzionistico qualche autore ha visto in questa condizione fusionale e taumaturgica della coppia un’esasperazione di un tratto ancestrale delle donne del Pleistocene, quindi un’espressione patologica di quella paura di essere abbandonate dal proprio uomo ed il disperato bisogno di “tenerselo vicino” ad ogni costo. Il prendersi cura in maniera ossessiva di una problematica dell’altro, la fantasia di poterli cancellare sarebbero un conferma dell’esistenza e della forza della bolla che li racchiude. Due persone strettamente collegate uniscono le loro menti, a completare a vicenda le rispettive frasi; questa è il segno di una relazione palpitante che gli studiosi della vita di coppia definiscono omologazione ad alta intensità” (Goleman, 2007). Altri autori hanno ipotizzato un substrato neurobiologico identico in tutte le dipendenze, sottolineando la centralità dell’area tegmentale-ventrale e del nucleo accumbens nella ricerca compulsiva dell’oggetto gratificante (Cannizzaro, 2005). Quindi il dispositivo evolutivo di sintonizzazione interpersonale, che ha rappresentato un adattamento felicissimo per Homo Sapiens, si ripresenterebbe in una forma aberrante e distorta perché sottoposto ad iper-apprendimenti contestuali e culturali. your own Pins on Pinterest Discover (and save!) Nella dipendenza affettiva la "droga" che farà toccare il cielo con un dito sarà il partner, cui spetterà il compito -interminabile- di andare a tappare quel buco nero che rende incompleti e bisognosi dell'Altro. L’alessitimia non indica una specifica patologia, ma una difficoltà dell’individuo a riconoscere le proprie emozioni e ad esprimerle verbalmente. Le caratteristiche cliniche dell’alessitimia sono sostanzialmente note, come la difficoltà ad identificare, descrivere e comunicare le emozioni, distinguere fra vissuti emotivi ed attivazione fisiologica delle emozioni, la presenza di uno stile cognitivo orientato verso il fattuale e la realtà esterna. O stiamo solo costruendo una nuova patologia utile a far scrivere solo altri libri? Cannizzaro E., (2005) Neurobiologia delle dipendenze, in Caretti V., La Barbera D. (2005), a cura di, Le dipendenze patologiche, Cortina, Milano. Commons Attribution License. (1986), Diagnosing and treating co-dependence. Il gruppo di Toronto – Taylor, Bagby e Parker – ha lavorato molto sul costrutto di alessitimia, ed ha sottolineato in diversi lavori la stretta corrispondenza tra dipendenze patologiche, disturbi della regolazione affettiva ed alessitimia. “I risultati ci aiutano a comprendere che alcuni sono nati con una tendenza a una maggiore empatia e reattività allo stress di altri” (Saphire-Bernstein S. et al., 2011), avvertendo però che non è possibile trarre conclusioni affrettate sulle capacità empatiche delle persone sulla base di questi risultati poiché queste sono influenzate anche da altri fattori, e che il ruolo stesso dell’ossitocina necessita ancora approfonditi studi. Janiri L., De Risio S. (2003), Dipendenza affettiva e spettro ossessivo-compulsivo, http://www.psychomedia.it/pm/answer/newadd/janiri.htm, http:// www.psichomedia.it/pm/answer/newadd/bricolo.html, NEAPOLISANIT s.r.l. Ma questa complessa sintonizzazione neurale quando diventa fonte di grossa sofferenza? Taylor G.J.,Bagby R.M.,Parker J.D.A. Questa ipotesi su un peculiare profilo alessitimico dei soggetti co-dipendenti ha trovato negli ultimi anni diverse conferme sperimentali, in primo luogo nella ricerca svolta dall’Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli (Ruggiero e Iacone, 2013) attraverso la somministrazione di un protocollo diagnostico che includeva anche la SAR – Scala Alessitimica Romana (Baiocco et al., 2005) su 41 coppie co-dipendenti. Non solo il cervello degli ominidi si è progressivamente cablato sulla competenza simbolica, ma questa competenza ha letteralmente scolpito l’organizzazione del nostro cervello (Deacon, 1997). Il termine mirato indica l'impiego di una metodologia psicoterapeutica specifica capace di comprendere il significato del sintomo nella storia del paziente, di intervenire sul circuito dipendenziale tipico di ogni addiction e sulle resistenze del dipendente nel modificare le proprie abitudini comportamentali. In altre parole, l’amore induce l’attivazione a cascata di una complessa sinfonia neurale: neurotrasmettitori, tempeste ormonali, mappe neurali vengono attivate e sincronizzate al fine di rispondere a questioni evoluzionistiche essenziali: Per rispondere a questi compititi evoluzionistici la comprensione dell’altro, l’intuire le sue intenzioni, la sua capacità di collaborare è assolutamente essenziale. L’accesso alla storia della coppia appare quindi molto limitato, conoscere il patto di coppia che ha saldato i due partner in una bolla di “folle” amore è spesso è una fatica di Sisifo. (1995), La trasformazione dell’intimità, Il Mulino, Bologna. Con queste coppie quindi saranno le immagini, le metafore, i corpi a parlare per loro, a raccontare quello che hanno vissuto, quali “folli” premesse hanno fatto crescere un legame sofferto ed indivisibile. Interrogarsi sulle storie d’amore maledette, quelle segnate da sofferenze e perdizione, passione e auto-distruzione, significa però farsi delle domande precise: il legame di coppia, anche quello più malato, ha una sua natura peculiare, un’organizzazione patologica decifrabile? La letteratura riferisce che la storia familiare di queste pazienti è connotata dall’aver fatto fronte a problematiche gravi dei genitori: un padre alcolista e/o violento, una depressione della madre, lutti mai elaborati, sofferenze che hanno in ogni caso accentrato l’universo emotivo dei figli (Bardo et al., 1996; Carlson, 2011). (1977) Adaptation to Life. L’effetto soggettivo immediato è quello di sbarazzarsi di emozioni e sentimenti che producono sofferenza. La regolazione affettiva sarebbe completamente spostata verso il lato interpersonale (per eccesso di empatia), avendo constatato l’impossibilità di attivare processi di auto-regolazione efficaci. Nei soggetti co-dipendenti emergono, in età infantile, un’esposizione nell’ambiente familiare a regole oppressive che sono state in grado di coartarne un’aperta espressione dei sentimenti (Subby, 1987). Ci sono finalità ben specifiche da âinnescareâ nei pazienti e riguardano: à facile sbagliare una ricetta! Nella prima ricerca citata, Ruggiero e Iacone hanno concluso che “in questi soggetti forti esperienze sensoriali (tra cui potremmo inserire anche il “folle” amore) creerebbero stati alterati di coscienza, che permetterebbero di sottrarsi a contesti relazionali infelici e coartanti. Visualizza altre idee su psicologia, riflessioni, automiglioramento. Boston, Little Brown. Per ottenere ciò la terapia deve rappresentare un contesto creativo, strutturato da regole precise, utili a mettere insieme informazioni riguardati gli eventi, i vissuti, le persone che popolano la loro vita, ma anche favorire la connessione tra le menti. (2004), Affective neuroscience: the foundations of human and animal emotions, Oxford University Press New York. Panksepp J. Addiction a confronto, "Tu vali molto di più!" W.R. Supratman Kandang Limun Bengkulu 38371 A Carlo D’Angelo, Chiedere scusa è facile, soprattutto quando non è necessario, “Tu vali molto di più!” L’ultimo libro del Dott. Comprendere quindi le patologie dell’amore significa saper intrecciare l’ereditarietà genomica e l’apprendimento del fenotipo. Questo portentoso sentimento viene così ad essere collocato in una società segnata da un senso di precarietà e sfiducia, dove il futuro appare più una minaccia che una promessa. L’innamoramento e l’amore sono infatti questioni antiche quanto primarie per la specie Homo e come tali sono state studiati. Per trovare dei riscontri all’ipotesi sopra esposta, e non lasciarla diventare una just so story, è importante interrogarsi quindi sulle capacità empatiche di questi pazienti e sulle loro competenze auto-regolatorie. Dare un senso al troppo amore ha dato vita a numerose teorie psicologiche e anche qualche “nuova categoria diagnostica”. Mentre un empatia efficace e “felice” prevede la capacità di essere consapevole della differenza sé/altro (Iacoboni, 2009), diversamente, perdendo questa prospettiva, l’individuo si cala totalmente nei panni dell’altro. Purtroppo il binomio natura-cultura è stata inteso per anni solo in termini di sterile contrapposizione, dove piuttosto si instaura un fertile rapporto di co-evoluzione. Emerge dall’osservazione clinica come nelle coppie formate da un alcolista e dal suo partner, quest’ultimo spesso presenti un rapporto morboso con le le problematiche dell’altro, risultando il propugnatore di dinamiche interpersonali anomale e quindi favorisca il mantenimento dello stato patologico del paziente “designato”. Neuroscienze, evoluzionismo e psicoterapia, Franco Angeli, Milano. L’altro, il partner problematico quindi incarnerebbe perfettamente un “regolatore esterno” degli stati emotivi – “tutto ruota intorno a lui” – che però finisce per offuscare il piano interiore. Caillè P. (2007), Uno e uno fanno tre. Nelson E.S., Hill-Barlow D., Benedict J.O. La dipendenza affettiva rappresenta quindi una possibile organizzazione del disagio, anzi per certi versi può essere considerata un’organizzazione “privilegiata” in quanto incanala il dolore in binari conosciuti e già ontogeneticamente sperimentati, in quanto già vissuti nella prima infanzia nel rapporto con il caregiver, ma anche supportata filogeneticamente dai sistemi innati. L’effetto portentoso di questa epidemia empatica sarebbe quello di sanare tutte le ansie poste dalla modernità: non solo assicurerebbe una risoluzione veloce, ma garantirebbe con la sua ripetitività un fattore di stabilità alla propria identità e di prevedibilità delle proprie relazioni. Iacone S., Verde L. (2013) Mente darrwiniana e addiction. Riflessioni sulla Dipendenza Affettiva - PSICHE.ORG. Guarda cosa ha scoperto rosati stefania (rosatistefania) su Pinterest, la raccolta di idee più grande del mondo. L’essere “troppo empatici” non spiega del tutto il folle invischiamento, o la fusionanalità della coppia. Scopri (e salva) i tuoi Pin su Pinterest. Jl. Una risposta positiva al quesito ci indurrebbe a pensare che in ottica evoluzionistica la co-dipendenza rappresenti una forma di iper-apprendimento cognitivo-emotivo di un assetto “eccessivamente empatico”, assetto che favorirebbe una regolazione affettiva fortemente sbilanciata verso l’etero-regolazione, accompagnata però anche ad un deficit di comprensione delle proprie emozioni. La terapia delle co-dipendenze presenta delle problematicità peculiari, sovrapponibili ad altre patologie, ma non integralmente. Alla grande libertà che gode la coppia fa da contraltare un senso di precarietà ed incertezza mai riscontrato prima (Giddens, 1995). Questo cambio di prospettiva, dallâAltro a Sé, fa sì che da spettatore la persona si trasformi in attore della propria vita, riacquisendo la possibilità e la responsabilità di agire secondo le proprie esigenze e non in balia delle scelte altrui. Guarda cosa ha scoperto Daniela Ceron (daniela87ceron) su Pinterest, la raccolta di idee più grande del mondo. Le neuroscienze e le brain imaging possono spiegare i comportamenti umani? Confrontarsi con coppie violente, sofferenti, ma irrimediabilmente avviluppati in un legame asfittico è un’esperienza difficile. Buss D., (2012) Evolutionary psychology: the new science of the mind, 4Th ediction, Pearson Education, London. Questo è il territorio che il terapeuta deve saper attraversare per arrivare a “perturbare” legami così sofferti e confusi. (2004), Amore liquido, Laterza, Bari. In bel film di Mike Figgis, Via da Las Vegas, una traumatizzata e bellissima escort si prende cura di Nicholas Cage, alcolizzato, determinato ad annientarsi, lanciato mortalmente verso gli abissi dell’alcool. Nelle loro ricerche, questi autori (1997) hanno evidenziato come il nucleo fenomenologico nelle dipendenze non possa essere ridotto esclusivamente al perseguimento del piacere – aspetto presente con forza nelle dipendenze da sostanze – ma che sia correlato ad una serie di esperienze che permettono di sottrarsi ad una realtà (vedi emozioni) difficilmente tollerabile ed impossibile da elaborare (vedi assetto alessitimico). Questi sono stati usati per spiegare le storie di quelle pazienti, per lo più donne, che seguono e assecondano i loro compagni “problematici”, immaturi, infedeli etc., vivendo tormentosamente la dimensione di coppia e mettendo a repentaglio salute fisica e mentale. In questa infatti viene illustrata perfettamente l'emergere progressivo di un "contagio" psichico tra i due amanti, arrivando a coltivare A giudicare dallo stile di vita dei gruppi di cacciatori-raccoglitori è probabile che nei matrimoni dei nostri antenati si praticasse una netta divisione del lavoro, con donne che trascorrevano gran parte del tempo con figli e le altre donne, mentre gli uomini cacciavano e socializzavano con gli altri uomini” (2012). Il segreto - dice Bruno Bettelheim - sta nell'essere un genitore "quasi" perfetto, cercare di comprendere le ragioni dei propri figli, mettersi nei loro panni, costruire con loro un profondo e duraturo rapporto di comunicazione emotiva e ... Al contrario però di quanto supposto da Tronick, questi stati sarebbero fortemente patologici, nonostante il loro transitorio “effetto” benefico. E-Mail: info@neapolisanit.it, NEA-SCIENCE - Giornale Italiano di neuroscienze, psicologia e riabilitazione, ISSN 2282-6009, All Published content, except where otherwise noted, is licensed “È questa la sensazione forte di cui ha bisogno, perché il gioco io ti do la vita è, di fatto, una gara che le donne fanno con se stesse, ma anche con tutte le altre donne. Bengkulu, 5 Desember 2020 – Bank Indonesia (BI) mengadakan Temu Responden dengan tema... Menyusul Jurusan Ekonomi Pembangunan Fakultas Ekonomi dan Bisnis Universitas Bengkulu (JEP FEB... Spanduk Kegiatan PPM Jurusn Ekonomi Pembangunan Angka positif covid-19 terus bertambah. Questo numero speciale raccoglie tre articoli di ambito psicologico dedic, www.psychomedia.it/pm/answer/newadd/janiri.htm, www.psichomedia.it/pm/answer/newadd/bricolo.html, IL RUOLO DELLA FAMIGLIA NELLA PSICOPATOLOGIA ADOLESCENZIALE, Internet e Facebook. Caretti V. La Barbera D., Alessitimia, Astrolabio, Roma. Stefano D'Auria Neuroscienze, evoluzionismo e psicoterapia, Franco Angeli, Milano. A distanza di due secoli dal sorgere del Romanticismo in Europa, possiamo definirci avvezzi, per non dire assuefatti alle storie d’amour fou, sebbene continuino immancabilmente ad intrigarci. I due partner infatti creano un piano intersoggettivo proprio, una mente a-due peculiare che trascende le singole individualità, che prende una vita propria e si nutre di fantasie e miti. Quando però queste vicende attraverso la porta della stanza di terapia la musica cambia. Cermak T.L. Kernberg O. Credo che il modello sistemico con i suoi “pionieri” abbia espresso molti contributi ineludibili in questo campo, che trovano oggi riscontri significativi nelle neuroscienze e nelle scienze cognitive, ma soprattutto uno stimolo a rinnovarsi e rivedersi, piuttosto che auto-confermarsi. Il primo aspetto, più superficiale, è la sperimentazione del potere di riaccendere la fiamma vitale del proprio uomo, ma il fine ultimo è anestetizzare la propria disperazione. Se è vero che siamo predisposti alla relazione con l’altro, come diventa una patologia? Le relazioni “liquide” faciliterebbero la disregolazione dei sistemi coinvolti nell’empatia, sbilancerebbero i processi di regolazione affettiva verso l’esterno, portando il funzionamento della mente verso una deriva totalizzante, fusionale grazie ad un potente ed efficace contagio mentale. La difficoltà a tenere a mente la mente, l’impossibilità di mentalizzare le emozioni spiazzano gli sforzi di molti terapeuti. Giddens A. Può capitare però di avere delle difficoltà a riconoscere le proprie paure che spesso assumono forme differenti dal consueto. Lâapprensione, lâansia, la sfiducia in sé stessi, tentennamenti e blocchi vari possono celare una paura che porta a mettere in atto dei comportamenti difensivi, come ad esempio sentire il bisogno di razionalizzare o giustificare le proprie decisioni, essere restii a farsi valere quando se ne avverte il bisogno, concordare anche quando non si è dâaccordo ponendo così fine al contrasto oppure reprimendo le proprie emozioni tendendo a svalutarle. È un gioco tra rappresentazioni mitologiche e cognitive di sé e degli altri, è un’esplorazione degli strati arcaici che risuonano poi sul piano della relazioni: emozioni, corpi vivi e vibranti che fanno emergere aspetti di se inaspettati. Ciò significa che il dipendente affettivo è tendenzialmente abile nel cogliere le emozioni del partner, plasmandosi ad esse, mentre percepisce le proprie esclusivamente come attivazioni fisiologiche sgradevoli, quindi da oscurare. Il desiderio di rimanere “fuso” con il partner, e quindi tutte le strategie di controllo messe in atto per ottenere questo fine, diventano sostanzialmente elementi funzionali a mantenere in vita questo “noi” ipertrofico, accostabile ad una “bolla” relazionale che fa sentire entrambi i partner felicemente lontani dal mondo e dalle sue pene, ma drammaticamente asfittica e immodificabile (Iacone e Verde, 2013). La capacità di riflettere su di sè è minima, l’anima diventa un territorio oscuro. Ma che tipo di iper-apprendimento sollecitano le relazioni di coppia dei nostri tempi? your own Pins on Pinterest È ragionevole pensare che, se gli individui della specie Sapiens hanno cercato ostinatamente la vita di coppia, impegnando per decine di anni ingenti quantità di risorse fisiche e mentali, nel corso dell’evoluzione questa scelta abbia rappresentato un valore adattativi indiscutibile (Bruni, 2010). Questo autore infatti ha scoperto un corollario neurale fra la dinamica dell’assuefazione tra oppiacei e la dipendenza da una persona a cui siamo profondamente attaccati. Wright P.H., Wright K.D. Al partner sarà quindi designato il ruolo di âguaritoreâ, innescando un âcircuito dipendenziale amorosoâ che porterà con sé tutte le caratteristiche peculiari di una dipendenza: circolarità costrittiva, discontrollo e ricerca di un appagamento immediato che sfocia nel craving, ossia nella fenomenologia astinenziale scaturita dalla mancanza del partner. Non solo: l’allentamento del nesso tra oggetto cognitivo e correlato ha avuto come conseguenza che si svincolassero a loro volta anche le correlazioni, le interdipendenze e le dissociazioni tra gli stessi stati emozionali correlati. (1990) “Measuring codependents’ close relationships: a preliminary study”, Journal of Substance Abuse 2: 335-344. Murray S.L., Holmes J.G. Nei legami co-dipendenti i due partner si incontrano e si “uniscono” sulla percezione “fondata” che l’altro possa improvvisamente guarire da tutte le sofferenze, passate e presenti. (2005) Ho sposato un narciso, Castelvecchi, Roma. Carlo D’Angelo, Adolescenti alle prese con il diabete: gestire ed accettare la propria malattia cronica, Non abbastanza belli…non abbastanza magri. Black C. (1990), Double duty, New York, Ballantine. Rilettura in chiave clinica della storia narrata da P. McGrath nel suo romanzo "Follia". Meini C.(2013) Evoluzionismi:istruzioni per l’uso, in Iacone S., Verde L. Mente darrwiniana e addiction. Guarda cosa ha scoperto Marta cia (martaciabattoni) su Pinterest, la raccolta di idee più grande del mondo. Bridges L.J., Denham S.A., Ganiban J.M. Queste dinamiche hanno stimolato i ricercatori a generalizzare il costrutto di co-dipendenza e a tentare di reperirne i fondamenti psicodinamici (Vaillant, 1977). Caretti V. La Barbera D. (2005), a cura di, Le dipendenze patologiche, Cortina, Milano. Pievani T. (2014) Evoluti ed abbandonati, Einaudi, Milano. under a Creative Ruggiero G., Iacone S.(2013), “La dipendenza affettiva tra neuroscienze e psicoterapia”, in Iacone S., Verde L., Mente darrwiniana e addiction. Siegel D.J. Neuroscienze, evoluzionismo e psicoterapia, Franco Angeli, Milano. Deve parlare un linguaggio lontano dalle traiettorie del pensiero razionale. Questa “bolla” ha infatti degli inconvenienti piuttosto “costosi”: compromette qualsiasi ricerca di individuazione e autonomia, satura tutti gli spazi vitali e pretende di bloccare il tempo evolutivo al momento “felice” del loro incontro. In sintesi Panksepp ritiene che la gratificazione che gli individui ottengono dalla droga, imiti biologicamente il piacere naturale che deriva dal contatto con chi amiamo: i circuiti coinvolti sarebbero sostanzialmente gli stessi. Tale operazione di spoliazione ed appropriazione di funzioni e pensieri è da considerarsi come un vero e proprio tendenza alla “fusione” con l’altro, un contagio emozionale e non soltanto un supporto pseudo-materno. Alexitimia and psychiatri illness, Harvard University Press, Cambridge. Come già accennato schemi mentali e di comportamento affondano  le proprie radici nel terreno fertile della famiglia dâorigine, teatro insolito dove il bambino impara a mettere in scena il proprio copione di vita. Questi atteggiamenti rappresentano le componenti ânascosteâ del funzionamento del dipendente affettivo dovute ad una ridotta o assente capacità di essere in contatto con i propri stati emotivi interni. 26-mag-2021 - Esplora la bacheca "Psicologia" di Bianca Spiller su Pinterest. Nei legami co-dipendenti i due partner si incontrano e si "uniscono" sulla percezione "fondata" che l'altro possa improvvisamente guarire da tutte le sofferenze, passate e presenti. (1997), Disorders of affect regulation. (1998), “Addiction: a new paradigm”, Bullettin of Menninger Clinic, 62, 2:231-242. Questi aspetti qualitativi non posso trovare riscontro se non nell’ambito clinico, in quell’incontro denso di emozioni e di tensioni che avviene nella stanza della terapia. Quindi nessuna sorpresa ha colto i ricercatori scoprendo come questo sentimento sia fortemente radicato nel cervello umano. Un approccio evoluzionistico inquadra le patologie come risposte multi-fattoriali adattive dell’individuo dove, in primo luogo, l’ambiente induce nell’organismo le variazioni responsabili dei mutamenti dell’espressione genica, modificando determinati processi fisiologici e psicologici. E-Mail:nea.redazione@neapolisanit.eu Precarietà, paura, scenari post-moderni inciderebbero sui processi di sintonizzazione interpersonali delle coppie. Raccolta di 46 frasi di Aldo Carotenuto selezionate da noi. Per co-evoluzione occorre intendere un rapporto bidirezionale di costituzione, cioè un rapporto in cui, se i prodotti culturali (i linguaggi, le idee, utensili, opere letterarie e musicali) si adattano ai vincoli imposti dal cervello, anche il cervello deve adattarsi ai vincoli imposti dalle traiettorie culturali.
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